“Minerali da conflitto”: l’UE nella scia degli USA?

“Minerali da conflitto”: l’UE nella scia degli USA?

Il tema è noto e rappresenta un ulteriore elemento di criticità sul mercato USA. Ci riferiamo alle pesanti ricadute sul comparto della stringente norma sul monitoraggio delle transazioni finanziarie statunitensi (c.d. Dodd-Frank Act) che dal gennaio 2013, di fatto, obbliga le imprese italiane esportatrici in USA a mantenere traccia circa la provenienza e l’utilizzo nei propri processi produttivi della materia prima (oro) al fine di dimostrare che l’approvvigionamento della stessa non abbia finanziato le bande armate presenti nella Repubblica Democratica del Congo e zone limitrofe (un’area che rappresenta solo lo 0,6% dell’oro estratto nel mondo).

La norma ha un impatto molto invasivo sulle imprese, soprattutto quelle piccole e piccolissime che sono spina dorsale del comparto orafo italiano.

Orbene, l’UE sta avviando un’iniziativa similare attraverso la bozza di proposta presentata nel marzo 2014.

La tracciabilità dell’origine dei prodotti è sicuramente di grande importanza per le imprese anche per la loro crescita e per aumentare le loro potenzialità di differenziazione sui mercati globali e, coerentemente, Federorafi sta operando all’interno del Responsible Jewellery Council (www.responsiblejewellery.com) e con le iniziative avviate nell’ambito del Memorandum di Intesa sottoscritto il 23/05/12 con il Ministero dello Sviluppo Economico.

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